BAJARDO MON AMOUR 2023

Autrice: Maria Gabriella Pezzarossi

E’ tornato ad animarsi il borgo più magico dell’entroterra imperiese: Bajardo.
Le iniziative, gli incontri, le camminate, le serate di musica, le mostre, le lettura..
un elenco veramente ricco e denso organizzato dagli “amici di Bajardo”. Quelli che l’hanno scorso ho nominato come gli “appassionati della rinascita” e tali mi
appaiono sempre più, guardando il calendario di Luglio, Agosto e Settembre
traboccante di proposte che possiamo definire culturali, di qualità e di alto livello.

Chiedo a Mauro Laura quali saranno le attività più attrattive quest’anno.
Abbiamo due pezzi da 90 quest’anno, anzi, più di due.– mi risponde e dopo averlo ascoltato direi che c’è l’imbarazzo della scelta.

Al primo posto vogliamo mettere il FESTIVAL del JAZZ, inizierà il 3 di Agosto e durerà per tre giorni e sarà affiancato da una Mostra fotografica sullo stesso tema, aperta a tutti.
– Siamo anche riusciti ad avere l’ORCHESTRA SINFONICA di SANREMO per il secondo anno consecutivo. Suonerà alla Chiesa vecchia, ancora siamo di fronte a molte difficoltà tecniche, ma riusciremo a superarle. E da Sanremo avremo anche la COMPAGNIA DIALETTALE. –

Straordinario l’entusiasmo e l’impegno non solo suo, ma di molti altri. Mauro mi
parla di Freddy Colt e delle INIZIATIVE MUSICALI e LECTURES dello stesso, a Sanremo come a Bajardo. Proposte impegnative, di un certo spessore che a volte hanno una maggiore affluenza nel borgo imperiese che non alla Villa Nobel. Sorprendente!!

Paola Bergamini mi racconta dei mercatini e della prossima FESTA DELLA LAVANDA e delle Piante Aromatiche, da lei stessa organizzata per la 16° edizione. Sarà la seconda domenica di Agosto. Unisco qui il programma inviatomi dalla stessa Paola.

– Passeggiata con l’entomologo Giancarlo Castelli accompagnato dalla guida
naturalistica Antonella Piccone alla scoperta del magico mondo delle farfalle.
Mostra fotografica a cura di Valentina Pulinetti. Per le vie del paese mercatini
artigianale e prodotti locali.

Ci saranno artisti e artigiani pronti a impartire lezioni sulle loro abilità, allestendo laboratori di vario genere. Tra questi la stampa con piante e foglie e la ceramica.

Prima di questa festa potremo partecipare a quella di domenica prossima, la SAGRA dei CRUSTOLI, un dolce tradizionale al profumo di finocchio selvatico (un po’ come l’anice) che sarà preparato sul posto nelle diverse versioni familiari.

Torniamo ora alla Biblioteca del paese, alle letture tematiche “SOTTO IL TIGLIO” con argomenti che cambiano ogni volta. Il prossimo, sarà l’amicizia. A questi incontri partecipano ragazzi di 17 anni e persone di 80 anni e ciascuno nella propria lingua, in tedesco o inglese o in un italiano stentato che diventa meraviglioso.

E ora il CINEMA: aprirà la stagione un film sulla vita personale e artistica di Freddie Mercury, ispirato alla storia molto avvincente della grande band dei Qeen.
– Quest’anno proponiamo anche un film dedicato ai bambini “Luca” – mi racconta Mauro – interamente ambientato in Italia, in un bellissimo borgo delle Cinque Terre.
Prosegue parlando di un documentario creato da due ragazzi locali sull’abbandono, ma anche sulle nuove proposte. “Le voci dell’entroterra” questo il titolo, già presentato in diversi paesi del ponente ligure, sarà riproposto, dato il grande entusiasmo che ha suscitato. Bajardo è risultato al primo posto per presenze, e partecipazione attiva dopo la proiezione.

Non posso dimenticare la MOSTRA di quadri di Roger Holtom, un artista che vive ormai stabilmente a Bajardo.

Occorre fare un grande elogio agli stranieri che arrivano a Bajardo, di loro si dice:
– s’innamorano del paese e diventano collaborativi si prestano a passare
l’aspirapolvere o a dipingere un muro . . . sono sorridenti, rispettosi del posto, ci
danno anche una mano e non rivendicano nulla. Compensano i “mugugni “ dei locali, quelli non mancano mai . . . –

Vi ho tracciato solo una breve nota delle generose e preziosissime proposte
bajocche di quest’anno. Troverete i dettagli nei programmi qui allegati.

Il mio vuole essere un grande complimento ai miei amici “appassionati della
rinascita” e un invito a passare un’estate spettacolare a Bajardo.

Stracci Bajocchi

intervista ad Arrigo Speziali di Maria Gabriella Pezzarossi

Una mostra delle opere di Arrigo Speziali è aperta a Bajardo nelle sale del Castello di fianco alla chiesa vecchia di Bajardo. Un’esposizione che raccoglie reperti particolari ritrovati in vecchie cantine e rielaborati con arte e con un amore. Arrigo Speziali, con le sue doti di persona eclettica e creativa, si dedica insieme ad altri alla ricostruzione materiale e culturale di quest o borgo che vede un gruppo di “appassionati ” impegnati nella rinascita del luogo.

    - Da dove nasce questa idea di creare arte dagli stracci? -
   - Se questi stracci avessero un’altra provenienza, questi lavori non sarebbero mai nati. 
     Voglio dire che c’è un affetto per questo luogo e per questa gente. Negli anni si è talmente 
     intensificata la mia passione per Bajardo che capisco le sofferenze delle generazioni passate 
     che spendevano tutta la loro vita per sopravvivere. Dentro questi stracci ci sono le persone 
     con la loro storia. Ogni pezzetto veniva utilizzato non una, non due, ma molte volte, fino a 
     logorarsi. E anche quando era logoro se ne recuperava anche un pezzetto di pochi 
     centimetri che poteva servire per la camiciola per una ragazzina. Questo si vede anche negli 
     utensili, nelle padelle di rame aggiustate più volte, nei tegami, negli attrezzi. Qui sul tavolo 
     abbiamo una zappa riparata. Questa è la testimonianza di una società che non poteva 
     permettersi il lusso di staccarsi dal lavoro, mai. 
    - Un modo di vivere completamente diverso da quello attuale. Niente poteva essere 
      buttato, il recupero faceva parte della vita, un valore importante. Come consideri questi 
      due periodi così diversi, ma anche così vicini nel tempo? 
    - Un continuo presente con forti e radicali trasformazioni. La storia dell’uomo è sempre 
      caratterizzata dal lavoro, ma non credo che per queste persone il lavoro abbia mai 
      rappresentato veramente una maledizione. 
      La donna che abbiamo incontrato poco fa, Piera di 92 anni, racconta che gli uomini si 
      trovavano all’osteria o per strada e cantavano. Ora mi domando chi canta? Canta la 
      persona che in fondo al proprio spirito ha qualcosa di leggero che accomuna, che unisce, 
      che va oltre la fatica della giornata. - 
    - Torniamo alle tue opere che comunicano grande emozione e muovono a sentimenti di 
      compostezza e di armonia. Non avrei timore a giudicarle opere d’arte. - 
    - Vedremo nel futuro. Vorrei che fossero giudicati soprattutto come oggetti di un museo di 
      archeologia, come testimonianza di un’epoca passata. 
   - Non posso lasciarti senza chiederti . . . dimmi, tu hai un’altra origine, come mai Bajardo? 
     Mi pare tu abbia un amore particolare per questo paese.- 
   - Ho avuto la fortuna fin da ragazzino di poter viaggiare, di conoscere altre culture, mia 
     madre aveva nonni austroungarici, mia moglie inglesi. Da ragazzo svolgevo d’estate 
     l’attività di guida turistica quindi dalla Tanzania a Mosca, dall’India a Londra eccetera. Ho 
     potuto visitare molti paesi con la voglia di conoscere, scoprire i costumi, capire il senso della 
     vita degli altri. 
     Bajardo è stato un incontro fortuito. Fin dal primo sguardo sono rimasto abbagliato. Il 
     crinale di Bajardo, visto salendo da Apricale, si staglia contro il cielo e sembra un paese 
     sospeso, irreale, quasi fantastico. I panorami sulle Alpi, sulle vallate verdi, sul mare in 
     distanza, sono cose che raramente si trovano in Italia. 
     Una collocazione geografica unica e poi le pietre, la storia, gli oggetti, le cantine, gli 
     anziani. Un fascino che mi ha stregato e tuttora non mi lascia.-


Bajardo mon amour…

Maria Gabriella Pezzarossi

“ Mi piacciono le storie, non gli esercizi, le relazioni o i resoconti . . . mi piacciono le storie”. . . Le storie sono coinvolgenti, ci trascinano nella vita degli altri che somiglia in qualche modo alla nostra. Ed è proprio una storia quella che voglio raccontarvi. Un villaggio tipicamente rurale che presenta molti aspetti ambientali e architettonici caratteristici dei borghi liguri: pietra, vicoli stretti con case alte collegate tra loro da archi di controspinta. Un paese della provincia di Imperia, a 10 Km da Sanremo, a circa m. 1000 sul mare, posizionato su uno dei crinali della Alpi Marittime. Gente forte di carattere frettoloso e misurato, di poche parole, asciutti come questa terra. Una popolazione che ha costruito negli anni i terrazzamenti per la coltivazione degli ulivi e dei cereali, ora accoglie molti turisti che possono godere di un clima perfetto tra mare e montagna, di un’aria profumata di bosco e di un cielo pieno di stelle. Un borgo che, superato il rischio dello spopolamento, è ora divenuto un riferimento di benessere, di riposo e di cultura grazie ai tanti “appassionati della rinascita”, innamorati di Bajardo che sono tornati al luogo d’origine o l’hanno scelto come “terra promessa”.

Dunque un luogo privilegiato entro il cui perimetro gli appassionati organizzano eventi, incontri di qualità e valore con artisti, scrittori e musicisti creando una sinergia che unisce passione e tensione ideale. Il mio pensiero corre indietro alla storia, agli ideali umanistici di Tommaso Moro nella sua “Utopia”. . . non è questa una micro-città ideale di origine rinascimentale dove governano merito, saggezza e arte?

E ora lasciamoci guidare da Mauro Laura amante della storia e del cinema, uno dei più illustri appassionati, perfetto organizzatore che alla domanda “perché Bajardo” mi racconta del suo ritorno alle origini, di suo padre, dei panorami che incantano e della vita a passo d’uomo. – Negli anni ci siamo sempre più innamorati e da quando siamo andati in pensione, mia moglie Daniela e io abbiamo pensato di mettere a disposizione del paese le nostre competenze, le relazioni sociali, i contatti che per tutta la vita abbiamo maturato.- – Una scelta che ha cambiato la vita nella direzione migliore – commento io, mentre il suo racconto si allarga agli anni difficili per l’abbandono del borgo. – Anche Bajardo ha sofferto per lo spopolamento negli anni ’80 e ’90? – gli chiedo – Ora invece vedo una grande rinascita. – – Sì, a seguito del cambiamento del turismo: vacanze brevi, voli a basso costo, Bajardo non era più il luogo della villeggiatura di un mese, un mese e mezzo, bisognava cercare una nuova attrazione. – Mi pare ci siate riusciti – aggiungo. – Abbastanza, vediamo anche un certo ritorno: molti che si spostano qui con la voglia di una vita diversa e anche un buon numero di stranieri che si integrano facilmente e collaborano in molte direzioni. Mi piace citare le parole della mia vicina di casa australiana.- — Io adoro Baiardo perché tutti conoscono il mio nome e io conosco il nome di tutti – Parole che spiegano bene la facilità di rapporti in un piccolo centro come questo. E ora parliamo di cinema

     Ah! Il cinema è una mia grande passione, mia figlia è cresciuta a “pane e cinema” - mi dice -
     Proposte leggere ma non stupide, adatte al pubblico locale che certamente non vuole film 
     troppo impegnativi. - La visita alla sala del cineforum mi stupisce perché grande e ben 
     organizzata, una delle nuove stanze ristrutturate del Castello, nella quale si tengono anche 
     conferenze.

Mauro Laura

Mauro mi invita a visitare la mostra “Uno sguardo su Bajardo”, Gianfranco e Bianca Maria mi accompagnano. L’idea è nata dalle cartoline di Bajardo provenienti dalla raccolta di Bianca Maria. Il fotografo Pecoraro di Sanremo ha realizzato i pannelli. Appare chiarissima la storia di Bajardo dal 1870, data della cartolina più antica, fino a oggi. Un’atmosfera particolare attraversa la grande sala espositiva, un’aria in parte gioiosa e in parte nostalgica di fronte alla vita com’era. I ricordi, gli affetti e le nostalgie si confondono con una certa reverenza per il passato che sempre commuove. Procediamo con sguardo attento: subito il terremoto, era il 23 febbraio 1887, poi la grande nevicata del 1929, il campanile della chiesa ancora senza orologio, i turisti inglesi che venivano all’albergo Miramonti per vacanza o per cura delle malattie polmonari, le belle ville in pietra dei sanremesi ricchi che venivano a villeggiare, gli abiti eleganti delle signore con cappelli vistosi di fianco alle contadine con abiti umili, i baccanali per chi si sposava per la seconda volta e organizzava feste in piazza e pagava da bere a tutti, chi suonava, chi cantava . . . questa era la mamma di . . . questo era il nonno di . . . Il passato ha il colore ravvivato della memoria e il sapore agrodolce della consapevolezza. In fondo al percorso incontriamo le poesie di Livio Tamagno che scrive in bajocco anche se ora vive a Parigi e al centro i bellissimi disegni di Mario Zunino.

Ora mi lascio condurre da un altro “appassionato” Arrigo Speziali persona eclettica e creativa che mi porta nel punto più alto del paese.

Arrigo Speziali
    - Un panorama così è difficile trovarlo in Italia, siamo su una piccola terrazza di fianco alla
      chiesa terremotata e stiamo guardando verso ovest, dove tramonta il sole. Alla nostra 
      sinistra scorgiamo il mare e su questa traiettoria si vede il villaggio di Perinaldo. Davanti a 
      noi il crinale che segna il confine Italia Francia, sulla destra le punte del parco del 
      Mercantour e le alpi Marittime con vette che superano i 3.000 m, all’estrema destra i monti
      Toraggio e Chiesa Vecchia che si elevano sopra i tetti delle antiche case. Uno sguardo 
      incontaminato. Dai 300 metri sul livello del mare fino ai 1600 del monte Ceppo e dalla 
      macchia mediterranea, agli uliveti, ai boschi di castagni, alle pinete. -  

Arrigo si dirige dentro la chiesa vecchia, mi racconta del terremoto, una vera decimazione della popolazione che decise di ricostruire il paese più in basso. Con una certa commozione mi illustra la vita dura dei contadini che ogni giorno scendevano nelle valli, nei loro terrazzamenti per coltivare un terreno arido, sassoso, impietoso. Per costruire le case si procuravano le pietre dalle cave, ne portavano due nelle bisacce del mulo o dell’asino e 1 sulla spalla. Una vita faticosa e spietata che ha visto padri e nonni strappare, con duro lavoro, ogni metro quadrato di terra coltivabile a un terreno ingrato. Si dice che il carattere delle persone rifletta il luogo in cui si è nati e cresciuti. Questo posto ne è la conferma. Non potrò più sorprendermi dei modi riservati e chiusi di queste popolazioni. Arrigo interrompe i miei pensieri:

      - In me c’è un grande amore per questo paese, una passione nata da una folgorazione 
        mentre 40 anni fa salivo da Apricale, sembrava un posto magico, non costruito dall’uomo. 
        Negli ultimi 25 anni ho passato molto tempo a recuperare case, tutto questo è stato 
        possibile grazie agli interventi della sindaca Gabriella Rosafio che 30 anni fa realizzò la 
        rete fognaria, portò acqua ed elettricità nella parte medioevale di Bajardo. Una vera 
        impresa che ha cambiato radicalmente la situazione del paese.

Nelle SALE DEL CASTELLO

Sale recuperate negli ultimi 30 anni e trovano ora una sistemazione più funzionale. Il Comune il 31 di luglio ha inaugurato due mostre una curata da un erborista della zona Marco Damele che ha raccolto negli anni con grande competenza piante di ogni genere, un vero erbario conservato con precisione certosina. La seconda è la mostra “STRACCI BAJOCCHI”, un bellissimo lavoro di Arrigo che ha rielaborato con arte gli stracci trovati nelle cantine.

     - Negli stracci ci sono le persone con le loro storie, la consunzione di questi pezzi di stoffa 
       rappresentano la storia del tempo passato, il duro lavoro, la grande povertà, la civiltà 
       contadina. Fin da bambini si doveva lavorare e si lavorava dall’alba al tramonto fino alla 
       fine della vita. -
       - Intanto che ti riposi fai questo lavoro. – diceva il nonno di Arrigo a lui bambino. 
       Abbiamo testimonianze locali di persone ultra novantenni che raccontano del passato:
     - Non soffrivamo la fame, avevamo i cereali, le castagne, i conigli, le galline e una grande 
       fatica sulle spalle. Qualche volta andavamo a San Romolo a piedi circa un’ora e mezza, con 
       la funivia scendevamo a Sanremo, facevamo la spesa e poi ritornavamo su. Tutto questo 
       era normale. Era così. –

La parte alta della sala è usata per eventi e anche dall’amico artista Roger Holton che, dopo aver vissuto in Australia, in Inghilterra, negli Stati Uniti ha scelto Bajardo e si è inserito perfettamente nella comunità. Qui trova la pace, il silenzio, gli spazi per la creatività. Dipinge qui, ma espone soprattutto a Londra.

Freddy Colt scrittore, musicista e musicologo un altro “appassionato della rinascita” molto conosciuto negli ambienti culturali sanremesi.

Freddy Colt

– Ho scritto molti saggi sulla musica di Sanremo e dintorni, epoche e generi diversi, sulla storia medioevale, sull’araldica, la cavalleria. Anche traduzioni dal francese medioevale e dall’inglese, varie direzioni. – Alla domanda “perché Bajardo” mi racconta . . . – La rinascita di Bajardo è degli ultimi anni, anche l’amministrazione comunale ha voluto puntare sulla cultura. Altri paesi dell’entroterra propongono sagre popolari, gastronomia, prodotti tipici, sarebbe stato ripetitivo, invece noi, cultura. Una direzione che fa un po’ paura, e invece c’è seguito e soprattutto in estate l’offerta è ampia: il cinema, il teatro, la musica un po’ ricercata, non l’orchestrina da ballo. “Vieni a Bajardo perché ne vale la pena!” questo è il mio invito. Un paese che conquista e di conseguenza si rimane legati a questo borgo e ci s’ impegna. La natura è il punto di partenza e poi da lì creiamo occasioni. Tanti appuntamenti legati alla cultura che siano letture, incontri, spettacoli . . . chi viene se ne va via arricchito. – Scorro il programma suddiviso in due settori:

“conferenze” e “conferenze–concerto” un lavoro notevole. Uno sguando alla locandina che merita ben più attenzione. Un filone di fiabe da Rubino a Tolkien, a George MacDonaid autore scozzese di epoca vittoriana sepolto a Bordighera, alle fiabe di Calvino e gli interventi musicali di Macalevi, sulle musiche popolari liguri, il mandolino di Freddy Colt, la chitarra di Davide Frassoni, il gruppo Maestrale con musiche di area provenzale, un finale con la vita tormentata di Edith Piaf.


     - Possiamo definirla una sorta di università estiva – aggiunge Freddy - un modo per seguire 
       lezioni come approfondimenti. Il pubblico è motivato e segue, le persone sono interessate. 
       Anche l’ambiente fa la sua parte, la chiesa diroccata diventa un palcoscenico che invita ad 
       ascoltare e a pensare. –

Freddy Colt presenterà “Il principe di Castelbajardo” un romanzo ambientato tra Sanremo e Bajardo, basato su una storia vera con contorni di fantasia. La storia di un ragazzo figlio illegittimo di un nobile che vive tutta la vita senza gli onori di nobiltà che gli spetterebbero. Il libro, uscito a dicembre, ora alla prima ristampa, arriva a Bajardo, sarà Mauro Laura a presentarlo.

Paola Bergamini appassionata della lavanda mi racconta la sua storia.

Paola Bergamini
      - Sono a Bajardo perchè mi piace la natura, mi piacciono questi boschi, prima ero ad 
        Apricale e prima ancora a Imperia. Sono qui per scelta e qui ho cominciato la coltivazione 
        della lavanda. In passato negli anni 60 era diffusa in questa zona; so che per la raccolta si 
        riunivano tutte le donne del borgo. Con l’avvento delle profumazioni questa specie selvatica 
        è andata sparendo, io ho voluto continuare questa tradizione. Mi sono documentata, ho 
        ripreso a coltivarla, oggi ho quasi 1000 piante.
      - Comincia a essere una vera coltivazione – commento io.
      - Sì, un bell’impegno. Raccogliamo a mano con il falcetto e distilliamo. Ho fatto un progetto 
        con i Carli di Imperia che usano la mia essenza per la loro linea cosmetica Mediterranea. -
      - Complimenti! Farete un’esposizione dei vostri prodotti? - chiedo a Paola.
      - Da 15 anni organizzo io l’esposizione lungo il paese con erbe aromatiche e di montagna,
        quest’anno ci sarà un settore nuovo, dedicato al profumo di carta, ai libri, agli scrittori, alle 
        case editrici, ma anche a chi lavora la carta e la restaura . E’ un inizio, ma pensiamo di 
        riproporre l’iniziativa in collaborazione con la biblioteca di Baiardo che è stata appena 
        rinnovata. Diventerà un appuntamento mensile. Faremo anche laboratori, incontri con 
        scrittori, e passeggiate letterarie con una guida naturalistica. 
      - Un bellissimo progetto e. . . “l’odore di carta” è molto particolare. -
      - Il progetto più ambizioso deve ancora nascere: una libreria-biblioteca in mezzo agli alberi . 
        Ho una casetta nel bosco per andare a Monte Ceppo, quella sarà dedicata ai libri sulle 
        piante e sulla natura. -
      - Ma lascerà la lavanda per la libreria nel bosco? – Le chiedo, un po’ preoccupata.
      - No, no continuerò con la distillazione di oli essenziali e con la lavanda. La nostra lavanda 
        officinalis è molto diversa da quella francese coltivata in Provenza, la nostra è più pregiata 
        soprattutto per la cosmetica e per i profumi -
        Mi aggiro per il negozio curiosando tra scatole, bottigliette, libri e sacchettini profumati. 
        Paola mi offre una tisana di lavanda, rosmarino, verbena e tiglio. 
        Ha un profumo di aria mattutina, di cielo, di bosco e di sogno.

Con una tazza profumatissima di tisana mi siedo sul divano nella sala del Castello. Il mio giro è terminato. Ho scoperto una Bajardo nascosta, che inventa, progetta e si dedica assiduamente alla rinascita. Un borgo di richiamo non solo per le visite della domenica, ma un modello di vita, un paese nuovo, capace di accogliere famiglie giovani, che da qui possono lavorare ed essere in contatto con tutto il mondo. Un bellissimo progetto che questi “appassionati della rinascita” stanno realizzando.

A festa ra barca

di Maria Gabriella Pezzarossi

Il tamburo avanza a colpi decisi e penetranti. Un annuncio al paese che qualcosa di straordinario sta succedendo. Dietro il tamburino gli araldi e le dame di Castel Bajardo si incamminano lungo la strada principale del villaggio per lasciar posto ad una figura imponente, alta e vestita con abiti sontuosi; chiaramente il personaggio più importante del corteo: il Conte. Dietro di lui altre autorità locali, nei costumi del tempo (alto Medioevo), poi un vuoto inatteso seguito da una giovane donna incatenata. Il boia incappucciato la precede.

 

I turisti ai lati della strada guardano incuriositi e un po’ smarriti. I bambini eccitati sono costretti dai genitori a non scendere dal marciapiede.
– E’ incatenata quella ragazza – chiedo a uno di loro – ma cosa ha fatto? Il boia la ucciderà? – Il ragazzino mi guarda sorpreso e mi rassicura.
– Ma non la ucciderà per d’avvero. No! E’ solo per finta! –
La festa “ra barca” si ripete ogni anno alla domenica di Pentecoste, ma niente di religioso, solo la data che ritorna. Una testimonianza del passato che unisce il folclore locale alla storia dei traffici commerciali del legname, alla leggenda popolare che ha coinvolto storici e studiosi con versioni che sfumano nell’allegoria. Un connubio tra la cultura marinara e la cultura alpina, lo scambio tipico del territorio ligure che vede il mare e i boschi intersecarsi in un paesaggio che si inerpica sulle Alpi Marittime senza abbandonare mai lo sguardo sul grande mare.
Il corteo procede con passo imponente, fa il giro del paese sempre accompagnato dai colpi lancinanti del tamburo. Torna nella piazza centrale dove una breve scena teatrale vede la madre implorare pietà per la figlia. Il padre inamovibile decreta la punizione estrema per la disubbidienza della figlia.
All’angolo della strada un tronco di larice mondato dei rami e della corteccia è pronto per essere issato, proprio come se fosse l’albero di una nave. Alla sommità è rimasto un ciuffo verde di rami e di foglie. Il mio vicino, un locale, mi dice che doveva esserci la testa di Angelina legata in alto; un altro mi spiega “ è l’albero della nave che se ne va”. Una ricchezza di significati e di letture suscitate dalla misteriosa vicenda. Un girotondo intorno all’albero unisce locali, turisti e bambini. Le donne intonano la prima canzone.
“ La barca del mio amore
La barca del mio amore

stanotte se ne va. Ahi! Stanotte se ne va!”
“Se io fossi una cardellina
Se io fossi una cardellina
che sapesse volare . . .ahi! se sapessi volare!”
“Sulla punta della nave . . .
sulla punta della nave
andrei a posarmi, ahi! Andrei a posarmi!
– Ratandirondena, ratandirondà!”

 

LA STORIA
Un viaggio intorno a un amore proibito. Una cerimonia che taluni hanno voluto identificare nella tradizione “celtica” dell’armonia universale, altri nella manifestazione “pagana” della solidarietà popolare di fronte a un’ingiustizia. Uno dei pochi riti non inglobato dal cristianesimo.
“ Ra barca” è una barca senza scafo e senza vele che naviga da ferma sul selciato della piazza. Essa consiste in un altissimo tronco di larice sormontato da un pino verde piccolo che funge da pennacchio.
Nella notte che precede la festa i giovani del villaggio abbattono un larice e lo trascinano al lume delle lanterne, fin sulla piazzetta. Durante la festa lo sollevano con pesanti funi e lo fissano solidamente in una fossa scavata appositamente nel terreno. E’ altissimo, proprio come l’albero di una nave. Le canzoni recitate nei girotondo raccontano la storia delle tre figlie del Conte che si innamorarono di tre ragazzi pisani arrivati a Bajardo per procurare il legname per la costruzione delle navi.
Il padre pone alle figlie il divieto di vedere i ragazzi forestieri, ma la più piccola Angelina non ubbidisce e scappa nel bosco per poi raggiungere l’amato. Al padre che le intima di tornare a casa lei risponde:
“Mi potrete battere, mi potrete uccidere,
ma il mio amato non lo lascerò partire
che il mio amato non lo lascerò partire!”
Il padre le infligge la punizione più spietata: le taglia la testa.
“La barca del mio amore
la barca del mio amore
sta notte se ne va. Ahi! Stanotte se ne va!”

 

LA DISUBBIDIENZA
Se ci spingiamo indietro nella Storia scopriamo che la cultura patriarcale ha dominato per secoli, anche successivamente al famoso “pater familias” del tempo di Roma. Nel Medioevo e nel Rinascimento i padri esercitavano ancora un potere assoluto sulla famiglia così che l’ubbidienza da parte delle mogli e dei figli non era una richiesta, ma un obbligo. Parlando di potere non mi riferisco solo all’esercizio della potestà familiare “privata”, ma a un potere sancito e avallato dal sistema delle leggi e del costume sociale. Il padre era il perno sul quale ruotava l’asse familiare e niente poteva sottrarre i figli alla sua autorità. Era sempre il padre a decidere, in base ai suoi calcoli, con chi dovessero sposarsi, spesso giovanissimi e le figlie femmine potevano essere date in moglie fin dall’età di dodici anni. Non sono così rari i padre che ora chiameremmo assassini. Passeranno secoli di guerre, di rivoluzioni, di cambiamenti forzati prima di vedere il potere paterno meno oppressivo, il non considerare i figli come un possesso e l’affacciarsi di pari rilevanza tra padre e madre.
Ed è qui che mi sorprende la celebrazione di una festa che perdura da più di ottocento anni e da secoli rende onore ad una ragazza coraggiosa che si ribella al padre e per questo viene uccisa.
“ Una femminista ante litteram?” si domanda lo speaker che commenta la festa.
“Certamente !!!” Vorrei rispondergli. Grande merito e grande lode ad Angelina che ha avuto l’ardire di opporsi e di trasgredire a imposizioni e leggi disumane che hanno tenuto le figlie in condizione di soggezione e di coatta deferenza al padre.
Ed è qui che mi unisco agli abitanti di Bajardo che esprimono con questa festa un profondo riconoscimento a chi ha avuto il coraggio della disubbidienza. Leggo in questa straordinaria manifestazione la saggezza popolare che non vuole tacere e non può che riconosce e accusare l’ingiustizia umana che tutela i privilegi dei potenti, anche se mascherata e sostenuta dalle leggi.

Non mancherò l’anno prossimo!

 

Locations Per Eventi A Bajardo

Mostre, cerimonie, ritiri spirituali, eventi e spettacoli vengono ricercati oggi, e con sempre maggior frequenza, in luoghi iconici, singolari e spesso sconosciuti.

Spazio per eventi gratis a Bajardo
Location per eventi e spazi espositivi gratuiti a Bajardo.

Spazi che trasudano storia, energia, connessione con lo spirito e il corpo .

Spazi lontani fisicamente e culturalmente dalle conventions, dai meetings, dagli incontri aziendali, sociali e sportivi e dai centri congressi dei grandi hotel.

Bajardo, sopra Sanremo, sospeso tra le Alpi Marittime e la Costa Azzurra a m. 1.000 s.l.m. , appartiene alla categoria dei luoghi autentici, immersi nella natura, catartici che trasmettono emozioni e accendono la mente!

Location eventi a Bajardo
Location per Eventi Digitali e Non A Bajardo

Bajardo, borgo sconosciuto fino a poco tempo fa e a soli km 20 da Sanremo, sta suscitando un crescente interesse tra organizzatori di eventi, creativi , professionisti, intellettuali, ambientalisti e sportivi .

Per favorire l’accoglienza di nuovi visitatori e di nuovi residenti, il Comune ha allestito diversi spazi per eventi in vari punti raggruppati attorno alle rovine della chiesa del XII secolo che domina l’intero borgo e offre lo sguardo dal mare della Riviera ai 3000 metri delle Alpi francesi .

Sono questi panorami mozzafiato, le rovine della chiesa romanica e i tramonti sulla Provenza a rendere questa location unica in Italia .

E non solo !

Conferenze, degustazioni enogastronomiche, concerti, opere liriche, mostre di quadri, spettacoli teatrali, ritiri di meditazione e di yoga, sono realizzabili con il sostegno generoso del Comune che mette a disposizione questi spazi senza richiedere per il 2022 alcun contributo .

Spazi e locations verranno riservati gratis secondo il principio “ First come, first served “ !

Location Bajardo: eventi, temporary shop, congressi, meeting, etc.
Location Bajardo: eventi, temporary shop, congressi, meeting, etc.

Dalla primavera all’autunno l’antico sagrato della Chiesa Vecchia, un tempo probabilmente eretta su un tempio celtico sacro ai druidi e oggi sconsacrata, può accogliere oltre 200 persone mentre la adiacente Terrazza delle Alpi offre uno spazio per 250 persone e due sfondi singolari .

Se ci si colloca al centro di questa terrazza, guardando verso sud, si hanno come sfondo le alte pareti della chiesa con la annessa torre di guardia costruita per avvistare l’arrivo dei pirati saraceni, mentre, guardando verso nord, si possono ammirare le due maestose cime rocciose dei monti Toraggio e Pietra Vecchia che salgono tra uliveti e fitte pinete fino ai m. 2.500 .

Nascosta tra i vicoli tortuosi che scendono dalla sommità del centro storico si trovano altri due spazi eventi di proprietà del Comune : la Galleria plifunzionale, dove attualmente espone le sue opere l’artista inglese Roger Holtom che ha presentato le sue opere a Londra, New York e Singapore, e il Museo del Sorriso, ricavato dalle stalle per muli utilizzate fino alla fine dell’800.

Locations e Spazi per Eventi a BAjardo in Affitto e a Titoto Gratuito
Locations e Spazi per Eventi a BAjardo in Affitto e a Titoto Gratuito

Per queste singolari caratteristiche architettoniche, storiche e naturalistiche, il centro storico di Bajardo è stato inserito dal FAI tra i Borghi del Cuore quando è stato visitato da migliaia di ospiti italiani e stranieri nel 2020.

Le persone interessate a fruire degli spazi eventi possono contattare il Comune di Bajardo tel. 0184 673054 , sindaco@comunebajardo.it, oppure Arrigo Speziali della Pro Loco , cell 39 335 6455488 , mail: arrigo@speziali.eu .

Bajardo è raggiungibile per chi arriva dalla Autostrada dei Fiori uscendo a Sanremo o a Arma di Taggia.

Il BnB Le Camelie oppure le case di BodynSoul offrono una rilassante accoglienza mentre i quattro ristoranti bajocchi allietano gli ospiti con generosi piatti locali e dolci sfiziosi.

Hai Bisogno Di Uno Spazio Gratuito? Contattaci Ora !

LA SCRIVANIA SOSPESA TRA MARE E MONTI

Lockdowns, telelavoro, smartworking, zoom meetings, incontri virtuali hanno modificato nell’aro di due anni le modalità primarie della interazione e della comunicazione umana basate sul rapporto ravvicinato , arricchito dallo scambio di incalcolabili e significative sensazioni e emozioni tra le persone coinvolte.

Il prolungarsi di una situazione esplosa repentinamente in tutti i continenti ha portato a rifuggire dagli assembramenti in luoghi chiusi e dall’inquinamento delle aree metropolitane per cercare nuove modalità di lavoro e di incontri in locations con aria salubre, luce solare e inserite nella natura incontaminata .

Eventi, meeting aziendali, incontri di yoga e di meditazione seminari e cerimonie nuziali acquistano una efficacia superiore se tenuti in contesti rurali che accrescono il coinvolgimento emotivo e sensoriale nei partecipanti .

Alle strutture di recente costruzione vengono oggi preferiti edifici ricchi di storia; all’aria condizionata si preferisce l’aria salubre che sale dal mare o che arriva ricca di ossigeno dai boschi o dalle montagne.

E questo sta avvenendo perché noi, esseri umani, abbiamo percepito l’insensatezza dei viaggi pendolari di tutta una vita tra casa e azienda, del confinamento professionale in spazi angusti e stiamo ora ricercando quella libertà e quella autenticità in grado di dare senso e benessere al nostro agire quotidiano .

Bajardo, un borgo a km 20 da Sanremo, sospeso come un villaggio tibetano tra le imponenti Alpi Marittime e la Riviera ligure, ha intuito il mutamento antropologico e ha colto tempestivamente l’occasione per dotarsi di strutture polivalenti adatte alla organizzazione di questi incontri .

I tortuosi carruggi immutati del centro medioevale, le rovine della chiesa romanica costruita probabilmente su un tempio precristiano sacro ai druidi, il silenzio della natura ricca di erbe mediterranee, di uliveti e di pinete, i panorami sconfinati sulle valli e la Costa Azzurra trasmettono nel visitatore un intenso legame tra natura e cultura .

Nuova vita in borgo medievale

Per questi motivi Bajardo stimola i sensi e lo spirito e trasforma gli incontri, brevi o prolungati, in esperienze profonde e catartiche che suscitano nuove riflessioni che restano fissate indelebilmente . nella mente di chi vi soggiorna.

Contattaci per saperne di piu’

 

Luoghi Da Visitare In Liguria – Estremo Ponente Ligure

Tra i luoghi da visitare in Italia, Bajardo, comune di 350 abitanti sospeso tra mare e cielo a quasi 1000 metri s.l.m., si sta rivelando come il borgo con la posizione più incantevole del Ponente Ligure .

Protetto dalle cime delle Alpi Marittime a cavallo tra Italia e Francia e affacciato sulla Riviera dal clima mite, Bajardo, sopra Sanremo, attira visitatori e nuovi residenti da tutto il mondo .

L’autenticità del centro storico, il panorama che si estende dagli uliveti al mare, i numerosi sentieri rendono Bajardo uno degli ultimi luoghi da scoprire o dove risiedere !

L’antica chiesa del XII secolo , promossa dal FAI nel 2020, ha richiamato moltissimi visitatori che la hanno votata tra i luoghi più significativi della Liguria.

In questa chiesa, di cui dopo il terremoto del 1887 sono rimaste le sole pareti esterne, si tengono concerti, conferenze, esposizioni e matrimoni civili.

Un forte richiamo è esercitato dai quattro rinomati ristoranti di bajardo che servono piatti tipici locali dove sono presenti l’immancabile olio extravergine d’oliva locale e le erbe mediterranee.

Grazie ai suoi silenzi e ai panorami mozzafiato, Bajardo sta acquisendo inoltre la fama di borgo dove tenere corsi di yoga, di meditazione e di benessere!

Grazie alla vicinanza alla costa e all’aeroporto di Nizza, oltre a affermarsi come borgo da vedere, Bajardo si sta affermando come borgo da cui lavorare.

Bajardo – Natura – Sentieri

Bajardo è il luogo ideale per gli amanti della natura . I suoi sentieri che salgono dal mare fino alle Alpi offrono una varietà di fiori e di piante tutto l’anno .
Le diverse stagioni contribuiscono a mutare il colore dei boschi ricchi di faggi , conifere , ulivi e castagni .
Mentre l’aria salubre ritempra il corpo la vista eleva lo spirito !




Autunno a Bajardo !
In occasione per ritrovare il silenzio che consente al proprio spirito di esprimersi !
Colori , odori , le gocce che cadono dalle piante , il fruscio dei propri passi tra sentieri spettacolari .
Tra i pini , tra gli ulivi o tra i castani si scorge il mare oppure , se gli volgi la schiena , scorgi le vette delle Alpi Marittime spruzzate di neve .
Lontano dai rumori assordanti , percepisci la natura incontaminata che accoglie la tua natura !!!
Un privilegio per pochi !!!

Una volontaria dalla Germania a Bajardo

Karin Hanich abita non lontano da Francoforte in una casa circondata dal verde dove vive con tre figli e due gatti. Uno di questi , sordo e senza un occhio, Karin lo ha preso , con il permesso di Franca , su alla Chiesa Vecchia di Bajardo!

Karin ha vissuto in Italia, dove ha conseguito la laurea in storia dell arte a Parma , ed è poi ritornata in Germania dove ha conseguito una seconda laurea in lingue all università di Tubinga.
Karin è arrivata la prima volta a Bajardo nel 2017 e da allora è ritornata altre tre volte perché trova il paese “ magico “ e la gente “ accogliente e aperta “.

Karin ritiene che Bajardo , con la sua posizione unica , i suoi panorami , i suoi sentieri , boschi e ristoranti abbia grandi potenzialità!

Essendo di nazionalità tedesca , Karin si sente bene accolta nonostante siano ancora vivi i ricordi dell ultimo conflitto.

Karin sente che Bajardo le ha dato tanto : dall aria e dal sole in tutte le stagioni ai piatti locali, ai boschi e alle iniziative culturali!

Per ricambiare l ospitalità , Karin si e‘ dedicata a riposizionare un gradino davanti alla Chiesa Vecchia di San Nicolò alla quale è particolarmente affezionata .

Bajardo, antico insediamento celtico

Bajardo evento Jazz Estate 2021

Bajardo , Italian Riviera , sospeso tra le Alpi Marittime e la Costa Azzurra a m 1000 sul mare .

Un antico insediamento celtico costruito con le pietre recuperate belle valli .
Dispeso in posizione difensiva per prevenire le scorrerie dei saraceni .
Un villaggio fiorente dal ‘600 fino all ultima guerra .

Spopolatosi e con ke terrazze abbandonare e inselvatichite . Unico tra i villaggi della Liguria a essere sospeso “ a un passo dal paradiso “. Bajardo si sta riconvertendo a borgo interessante x i turisti in cerca di cultura , natura , buona cucina , silenzio disintossicante , spazi meditativi , vicinanza all aeroporto internazionale di Nizza , connessione Wi-Fi veloce .

Bajardo aspira a un nuovo primato : il rapporto tra numero di abitanti e kilometri di sentieri nel proprio comune .

  • Meno di 350 abitanti
  • Km 80 di sentieri
  • Dislivello tra mete 300 e m 1600
  • Clima mediterraneo
  • Inverni miti
  • Ore di sole in inverno superiori alla media europea
  • Vegetazione mediterranea sotto i 1000 metri , alpina oltre i 1000.
  • Luigi è uno sfalciatore che tiene puliti decine di km di sentieri dentro il comune di bajardo .
  • Luigi è un socio del CAI Club Alpino Italiano